Lavorare da casa, si può?
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Direttore: Alessandro Plateroti

Lavorare da casa, si può?

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Gli ultimi mesi hanno costretto tutti noi a rivoluzionare gran parte delle nostre abitudini. Il lungo periodo passato in casa ha inevitabilmente cambiato ritmi, abitudini e necessità, sia nel tempo libero, che per la nostra routine lavorativa.

Smart working, home office: chiamatelo come volete, ma di fatto moltissimi di noi, anziché andare in ufficio tutti i giorni, hanno svolto le loro attività da casa, tramite internet. Una delle conseguenze più importanti di questa modalità è stata che lavorare da casa e avere più tempo per la tua famiglia sono diventati un tutt’uno.

Lavorare da casa: più tempo per i nostri cari

Anche solo da un semplice punto di vista di tempistiche, il lavoro da casa presenta un indubbio vantaggio: mediamente, chi di noi lavora in ufficio deve calcolare, oltre alle otto ore lavorative, almeno un’ora e mezza di tempo, tra andata e ritorno, per raggiungere il posto di lavoro. Cambi di mezzi pubblici, traffico automobilistico e conseguenti imprevisti (ritardi, mancate coincidenze, incidenti, code), oltre a costringerci a levatacce mattutine, aumentano lo stress e la fatica che una normale giornata lavorativa presenta.

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Annullare il percorso casa-lavoro, oltre a farci risparmiare fatica, soldi, benzina e a contribuire alla diminuzione dell’inquinamento, ci regala tempo effettivo per noi e per i nostri cari. Se non direttamente al mattino, di sicuro alla sera: quando “stacchiamo” dal lavoro siamo immediatamente lì per la nostra famiglia, con tanto tempo utile da dedicare al partner o ai figli.

E se lavorando da casa si rimane indietro? Niente paura, non succede!

Molte delle persone che stanno sperimentando il lavoro da casa in questi mesi nutrono qualche ragionevole perplessità, sull’eventuale trasformazione in routine lavorativa di questa modalità adottata in una situazione eccezionale come quella vissuta in questi mesi.

L’indiscutibile importanza del contatto diretto con i colleghi, non soltanto dal punto di vista dei rapporti umani ma anche della messa in circolo di idee, soluzioni e ispirazioni che possono migliorare il lavoro, è spesso vista come una mancanza pesante che lo smart working genera.

Ci sono anche persone che temono, per così dire, di “restare indietro” e non compiere percorsi di formazione o di acquisizione di nuove conoscenze, che invece in ufficio avrebbero potuto sperimentare.

Ci sentiamo di tranquillizzare tutti: per quanto riguarda il rapporto umano, è vero che il contatto diretto non è sostituibile, ma soluzioni come Skype o Microsoft Teams non sono semplici surrogati, ma reali sistemi di comunicazione capaci (anche attraverso le videochiamate) di permetterci di confrontarci e scambiare materiale (file, documenti, eccetera) con i colleghi. Per il secondo aspetto, internet ci permette di usufruire di corsi online di aggiornamento e/o perfezionament, tenuti da grandi professionisti e per di più totalmente gratuiti.

Lavorare da casa, il futuro del lavoro?

Forse è presto per dirlo, ma sviluppo tecnologico e nuove forme di lavoro possono permettere a molti lavoratori di svolgere anche da casa le loro attività. Istituzioni, imprese, sindacati e parti in causa stanno riflettendo sulla possibilità che lo smart working, di cui peraltro proprio in questi giorni il Governo sta pensando di modificare le norme, diventi parte di quella “nuova normalità” di cui tanto si parla.

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ultimo aggiornamento: 10 Agosto 2020 18:43

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